mercoledì 1 aprile 2009

Panini morbidi al latte



















Questi panini sono morbidissimi e si mantengono tali a lungo

Ingredienti:

gr 500 farina di forza
gr 500 farina 00
gr 400 latte
gr 200 burro o margarina
15 gr di sale
25 gr lievito di birra
un uovo per lucidare

Preparazione

Mettere il lievito sbriciolato in una ciottola con un apuntina di zucchero e un po di latte tiepido finchè non farà la schiuma.
Mettere sul piano le farine a "vulcano" versare al centro il lievito, il latte, il burro e impastare, aggiungere il sale e continuare a lavorare bene l'impasto finchè non sarà liscio ed elastico ma molto morbido quasi apiccicoso.
Dare una forma a palla all'impasto e sitemare in una terrina capiente coperta con uno strofinaccio umido a lievitare per circa un ora e quaranta minuti.
Quando la pasta avrà raggiunto il doppio del suo volume rilavorarla per circa cinque minuti sul piano di lavoro e rimetterla a lievitare per un altra ora e quaranta minuti.
Dopodichè sistemare l'impasto sulpiano predere delle piccole porzioni fare delle palline che poserete sulla teglia ben distanziate tra loro, coprite le "palline" con uno strifinaccio e alsciate lievitare ancora per circa 45 minuti, spennellare la superfice con il rosso d'uovo sbattuto e passae in forno caldo a 200°C per 10/15 minuti circa, quando la superficie sarà ben dorata.




venerdì 20 marzo 2009

spaghetti con gli spinaci


Ingredienti per 4 persone:

gr. 400 di spinaci freschi
due spicchi d'aglio
un pepperoncino piccante
sale
olio extravergine d'oliva
gr. 350 spaghetti

Preparazione

far rosolare a fuoco bassissimo l'aglio e il pepperoncino con l'olio extravergine d'oliva, aggiungere gli spinaci tagliati a listarelle e coprire con un coperchio, lasciare sul fuoco pochi minuti finchè gli spinaci non si saranno abassati, versare un cucchiaino di brandy rigirarli e spegnere.
Nel frattempo cuocere gli spaghetti, scolarli e versarli sulla padella con gli spinaci far saltare qualche secondo e servire con una spolverata di grana e qualche fogliolina di spiaci crudi.

martedì 17 marzo 2009

Che strano!

Sembra strano, in realtà nel nostro parlamento ormai, non esiste più nulla di strano neppure lui!
Nino strano, meglio noto come quel Losco Figuro che il 24 gennaio 2008 in occasione della caduta del governo Prodi, nel dibattito successivo alla comunicazione del Presidente del Consiglio si mise in luce per le sue maniere democratiche nel rivolgere ripetuti epiteti al senatore Cusimano che aveva votato la fiducia al governo:
<< Seiun cesso corroso! sei un frocio mafioso! sei una merda!sei una checca squallida!>>
Poi quando il presidente Marini comunicò la caduta del governo, con incontestabile stile stappò lo spumante e mangiò la mortadella in segno di festeggiamento.
E' stato più volte invitato dall'opinione pubblica e dalle stesse associazioni del mondo gay a giustificare i suoi comportamenti e a chiedere pubblicamente scusa, ma lui stesso in una intervista mandata in onda su "report" nella puntata di domenica 15 marzo 2009, ha apertamente dichiarato:
<< è un gesto di cui non mi pento assolutamente, perchè è un gesto allegorico>>.
Affermazione aimè, smentita dallo stesso personaggio, in toni minacciosi rivolti ad un utente di youtube, al quale imponeva che il filmato postato, che lo ritrae in queste Onorevoli gesta, venisse tolto dalla rete. .... Ed eccolo là.....

lunedì 16 marzo 2009

Ma Quale Crisi???



Seppur nel bel mezzo della crisi economica che investe la "povera gente", la gente che non ha più un lavoro, la gente che un lavoro cel'ha ma che non ce la fa più a tirare a campà....il grande impero imprenditoriale in capo al premier aumenta, in controtendenza, i suoi utili. Quegli utili derivati in grossa parte dalla publicità sulle reti mediaset di aziende pubbliche come ENI, ENEL, POSTE ITALIANE, MINISTERI, pari a circa 3 miliardi e 35 milioni di euro del 2008.
Anche clienti come BARILLA, TELECOM, WIND, FIAT hanno aumentato la quota di investimenti pubblicitari su mediaset di 30 milioni di euro.

Un fenomeno questo, in controtendenza, nonostante l'auditel sia sceso rispetto alla rai, le quote pubblicitarie aumentano lasciando a secco la rete nazionale.
La pubblicità concentrata in una quota del 38% delle risorse sul gruppo mediaset significa semplicemente che rappresentando essa la principale fonte di vita per la stampa, la tv, le radio, si ha un conseguente indebolimento non solo economico ma sopratutto qualitativo del servizio pubblico.
Ma parlare di conflitto di interessi in capo al premier sarebbe un eufemismo, uno che ha pubblicamente detto ad un gruppo di imprenditori: << non capisco perchè accetiate che si pubblicizzino i vostri prodotti sulla RAI >> .
Pensare che WIND in capo all'egiziano sawiris ha portato su mediaset 107 milioni di euro contro i 43 milioni in RAI, aumentando di 18 milioni la quota mediaset, riducendo di 4 milioni la quota in rai e escludendo completamente la comparsa del marchio su rai RAI 3 dopo una puntata di report nella quale gli si dedicava un servizio .

Eppure, nonostante la crisi, può stupire il fatto che siano in forte ascesa le spese per le pubblicità istituzionali della presidenza del consiglio e dei ministeri sulle reti mediaset, passando da 850 mila euro a 3,7 milioni di euro: si tratta delle campagne contro il turismo sessuale, per la sicurezza stradale volute dal ministro carfagna e gli spot per le celebrazioni dell'anniversario di Garibaldi.
Così come rete4, una rete abusiva dichiarata incostituzionale dalla stessa Corte Costituzionale ha trasmesso con "grandeur" le celebrazioni del 60° anniversario della Costituzione della Repubblica, triplicando gli spot su canale5 e italia1. Il che è tutto dire quando si ha un "padrone"che la Costituzione La vuole abolire.

Lo Stato per le concessioni delle frequenze alle reti mediaset incassa l'1% del fatturato di RTI, una delle società del premier, che non contempla minimamente i ricavi pubblicitari delle altre aziende mediaset, e in un momento di crisi profonda come questa che stiamo attraversando, in cui il governo continua a chiedere sacrifici ai poveri cristi, che siamo noi, ai disoccupati, ai pensionati titolari di una SOCIAL CARD...e via discorrendo, è ammissible che in controtendenza mantenga le concessioni di stato a prezzi SIMBOLICI? sopratutto quando le concessioni sono a favore di chi la crisi non la "sente" ma ne sente parlare solo dai MEDIA!!

Non ho più parole ...... solo parolacce!!

venerdì 13 marzo 2009

"la scivedda"


la mia scivedda con la pasta del pane appena messa a lievitare

Le radici dell'arte della ceramica in Sardegna sprofondano in tempi remoti e non si trova traccia di documentazione scritta per lungo tempo ma i siti archeologici e i musei sardi custodiscono tantissimi oggetti, mantenendo vivo il ricordo di questa tradizione.
La produzione ceramica di utensili d'uso quotidiano ha inizio coi primi insediamenti e col passare del tempo si modifica nella tipologia e si affina la decorazione, attraverso il passaggio fra le mani degli artigiani prima nuragici, poi punici, romani e medievali.
E' possibile risalire ad una prima testimonianza scritta dell'arte ceramica in sardegna nel 1692 quando viene redatto lo statuto del gremio dei figuli di Oristano: una corporazione che realizzava stoviglie di uso popolare e imponeva di non variare forme e canoni inizialmente prefissati. Quindi, per secoli la produzione dell'isola non poteva essere all'altezza di quella di altre parti d'Italia più elegante e raffinata, poichè fino al novecento si continuavano a produrre oggetti con forme tramandate dall'antichità: modelli essenziali, semplici e pratici che sono risultati vincenti nel tempo.
Il generale La Marmora nella prima metà dell'ottocento diede disposizioni ad un figulo di realizzare nuove forme e produrre dei pezzi diversi da quelli usuali.
Con Francesco Ciusa nel 1919 si ebbe la creazione della società per l'industria ceramica artistica con la quale vinse al medaglia d'oro alla biennale d'arte decorativa di Monza, consacrando la ceramica sarda a livello nazionale.

Attualmente la produzione figulina riprende due modelli e fogge legati alla influenza della tradizione spagnola seicentesca che sono "su strexiu" ( da estrecho de terra) come stoviglie di uso quotidiano che fanno parte del corredo della sposa e che contava circa 40 pezzi distinti in brocche, pentole, conche e vasi.
La produzione artistica moderna ha ripreso e rielaborato queste forme in chiave maggiormente artistica.
Si tratta di oggetti diffusi in tutta la sardegna: sa mariga (la brocca per l'acqua); su frascu e sa stangiara (i fiaschi per bere); sa cassarola e su tianu (i tegami per cuocere i cibi); sa scivedda e sa freguera (conche per impastare); sa brunnia ( i vasi per la conservazione degli alimenti).
E' un momento suggestivo quello della lavorazione di questi oggetti dove la scelta dell'argilla diventa fondamentale per al buona riuscita del prodotto finito e la Sardegna è ricca di terreni argillosi e qualche ceramista cava personalmente il materiale da utilizzare. La scelta ricade sull'argilla rossa per prodotti da decorare sul fuoco, il caolino per i prodotti più raffinati e l'argilla grigia per vasellame comune. Perchè l'argilla prenda forma viene lavorata sul tornio, ma occorre grande abilità nel suo utilizzo permettendo di ottenere delle forme molto belle ed eccezionali. Il pezzo poi viene decorato a rilievo a seconda dell'esigenza e messo ad essicare, poi viene verniciato rapidamente e può passare alla fase di cottura che prima veniva fatta all'interno di forni a legna.
Finito questo processo si procede alla decorazione, in genere ossidi di metalli, per colorare, e si riveste con cristalli polverizzati per avere lo "smalto" ed pronto per la seconda cottura più difficoltosa poichè l'oggetto non deve prendere contatto col fuoco.






mercoledì 11 marzo 2009

La democrazia?...una partita a risiko...


L'ultima trovata geniale del premier per "risolvere la crisi"è appunto quella di cambiare il regolamento parlamentare: vota solo il capogruppo e il suo voto deve valere per tutti i suoi deputati. Quindi un presidente di un gruppo parlamentare può decidere la linea di condotta e giostrare i suoi deputati, tanto se un parlamentare dello stesso gruppo non è d'accordo, può esprimere il proprio voto contrario o dichiarare l'astensione.
Si potrebbe pensare ad un'altra barzelletta di silvio, ma la proposta dimostra ancora una volta la sua bulimia di potere e la sua repulsione per le regole democratiche nonchè l'assenza assoluta di cultura della Costituzione. Riporto una citazione calzante di Massimo Donadi :

in realtà è la cifra esatta del suo concetto di democrazia, ovvero, un fastidioso orpello che si fa fatica a digerire e del quale ci si deve liberare al più presto. Come? Presto detto. Si prende un deputato, lo si fa capogruppo, quello vota per tutti. E se qualcuno non è d’accordo? Peggio per lui. Nell’universo parallelo di Berlusconi, nel quale il Parlamento è quell’inutile edificio dove l’opposizione ostacola ogni giorno il suo cammino verso l’esercizio assoluto del potere, tutto ciò un misero e deplorevole dettaglio.D’altronde, dice Silvio, i suoi parlamentari sono uomini del fare e si deprimono a venire in Parlamento a votare. Peccato che siano pagati per farlo e anche profumatamente dai contribuenti italiani. Ma anche questo, nell’universo parallelo di Berlusconi, è un altro dettaglio di poco conto.
Allora, dico io, se davvero vogliamo fare le cose per bene e seriamente, riduciamo il numero dei parlamentari. Peccato che, ogni volta che Italia dei Valori tocca il tasto della riduzione del numero dei parlamentari, riceve in cambio un sonoro sberleffo, in questo caso, trasversale e bypartisan. Sarà anche questo un altro misero e deplorevole dettaglio?

E’ proprio vero per berlusconi il parlamento ha la sola funzione di ratificare le leggi che lui propone, per il resto a cosa serve? per cui anzichè ridurre il numero dei parlamentari sarebbe opportuno abolirli del tutto….Anche Mussolini del resto aveva iniziato così ma silvio si sta portando molto più avanti….e poi arriverà alla fase in cui : perchè far votare i capigruppo?? vota uno per tutti !! Ironizzo ma a dire il vero sono terrorizzata !

martedì 10 marzo 2009

ZIPPULAS



Le "zippulas" sono i dolci tipici del periodo di Carnevale in Sardegna, da zona a zona dell'isola possono esserci variazioni più che altro negli aromi o nella quantità di lievito , ma fondamentalmente vengono preparate nello stesso modo in tutta la sardegna. Io ho appreso mentre guardavo mia nonna che le faceva per tutta la famiglia e praticamente vi dedicava quasi una giornata, per noi bambini era una festa....














Ingredienti

  • 1 Kg di farina
  • 12 gr di lievito di birra
  • 4 uova
  • una patata media bollita
  • un cucchiaino di sale
  • 1/2 l. di latte
  • il succo e la buccia gratuggiata di due arance
  • la buccia gratuggiata di un limone ( se vi piace)
  • 1 bustina di zafferano
  • un bicchierino di anice o filueferru

Preparazione

Sciogliere il lievito in una tazza con un po di latte tiepido e mezzo cucchiaino di zucchero e mettere in luogo caldo perchè si attivi, nel frattempo mettere la farina in un recipiede abbastanza grande, io uso sa civedda, un gran recipiente in terracotta, aggiungere al centro la patata ben schiacciata, versare il succo delle due arance nel quale si è precedentemente sciolto il contenuto della bustina di zafferano, aggiungere le uova intere, un po di latte e il lievito che nel frattempo si è "attivato" incominciare ad impastare finchè non raggiunge una consistenza omogenea e tale da trasferire sulla spianatoia, affiungere la buccia gratuggiata delle arance e del limone il sale, continuare a lavorare facendo amalgamare gli ultimi ingredianti all'impasto, rimettere poi l'impasto dentro la scivedda e continuare a lavorare aggiungendo man, mano il latte rimanente.

L'impasto assumerà una consistenza abbastanza molliccia e apiccicosa ma non deve perdere l'elasticità (incordatura) aggiungere alla fine il bicchierino di anice e farlo assorbire, coprire il contenitore con un telo umido e ancora con una copertina e posizionare in luogo tiepido e in assenza di correnti d'aria e lasciar lievitare per circa tre ore (dovrà quasi triplicare di volume ).

Quasi a lievitazione ultimata mettere a scaldare l'olio in una padella capiente ( io uso olio extravergine d'oliva) non appena sarà ben caldo prendere delle porzioni di pasta dalla scivedda, dandogli una forma a "pallina", praticarvi con le dita un buco al centro e metterla nell'olio facendola dorare da un lato e sucessivamente dall'altro, scolare le fritelle metterle su carta assorbente e spolverarle di zucchero semolato. ..... mangiarle ...

sabato 7 marzo 2009

Spaccatelle di grano duro









Ingredienti:





  • 100 gr farina forte


  • 400 gr semola di grano duro


  • 220 gr di acqua


  • 1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva o una noce di margarina


  • 10gr lievito di birra


  • 1 cucchiaino scarso di miele


  • 1 cucchiaino di sale


Preparazione



Amo in particolar modo la pasta lievitata, tutto quel che concerne il porcesso e i metodi di lievitazione e il pane sul quale non mi ero mai cimentata perchè credevo fosse troppo difficoltoso. Questo che riporto è il mio primo esperimento; ad esperienza fatta devo ammettere che non è difficoltoso ma solo laborioso poichè sono per la lavorazione dell'impasto a mano, per cui i tempi si allungano e la stessa lavorazione a mano di un impasto di semola di grano duro comporta il dispendio di una buona dose di "energie". Il tutto viene però ricompensato dallo stesso momento in cui sbirciando dal vetro dentro il forno vedi il pane prendere consistenza e schiudersi.....



Ma procediamo.....
Sbriciolare il lievito in una tazza aggiungere il miele, un pò d'acqua tiepida e mettere da parte in attesa che "reagisca"(occorrono circa dieci minuti). Nel frattempo mettere in una terrina la semola, miscelata con la farina, a fontana versare al centro l'acqua l'olio o la margarina fusa e fredda e il lievito precedentemente messo a reagire e amalgamare gli ingredienti partendo dall'esterno verso l'interno finchè non si ottine una massa omogenea, alla quale uniamo un cucchiano di sale, che possiamo lavorare sul piano.

Lavorare l'impasto sul piano con forza e a lungo: deve risultare una massa abbastanza asciutta tale da non apiccicarsi sul piano di lavoro. Quando la massa assume una consistenza elastica, sufficientemente liscia ed un colore chiaro formare una sorta di pagnotta, praticare un taglio a croce in superficie e mettere a lievitare sotto campana oppure dentro una terrina coperta con celofan e lasciar lievitare almeno 2 ore in ambiente caldo e senza correnti d'aria.
Una volta che l'impasto avrà raddopiato il suo volume, prelevarlo, posizionarlo sul piano, sgonfiarlo con i pugni dandogli una forma rettangolare e dividere in otto/ nove porzioni.
Prendere un pezzo per volta lavorarlo sul piano appiatendolo col mattarello e facendo qualche giro di pieghe, alla fine formare una striscia lunga cica 40 cm e stretta circa 5/7 cm.
Prendere ogni striscia arrotolarla su sè stessa e posizionare via via i "rotolini" su un rettangolo di carta da forno, coprire con del celofan e uno strofinaccio posizionare in ambiente caldo e in assenza di correnti d'aria e lasciar lievitare per circa 45 minuti.

Nel frattempo accendere il forno, circa 15 minuti prima, e portarlo ad una temperatura di 220°C lasciando dentro la teglia in cui si faranno cuocere le spaccatelle.

Quando i "rotolini" avranno raggiunto la seconda fase di lievitazione praticare un taglio su ogniuno, non troppo profondo, e spolverarci sopra qualche seme di sesamo oppure qualche pizzico di semola, posizionare sulla teglia (meglio se la teglia è calda ) mettere in forno e dopo dieci minuti abassare la temperature del forno a 175°C, proseguire ancora la cottura per circa 10/15 minuti a seconda della colorazione preferita.

Una volta sfornati, aspettare almeno 15 minuti prima di mangiarli altrimenti sono garantite le ustioni !